Il turismo
La Campania è una delle principali mete del turismo nazionale ed internazionale e poggia la sua importanza su molteplici fattori naturali ed umani. Una corona di terre dai panorami pittoreschi, dalle forme aspre, ricche di grotte meravigliose e interessate ancora da fenomeni vulcanici e bradisismici, un clima eccezionalmente mite d’inverno sul versante meridionale della Penisola Sorrentina, nelle isole e a Napoli, abbastanza ventilato in estate nelle penisole e nelle isole e piuttosto fresco sui rilievi costieri e interni, il cielo azzurro e sereno sono fattori naturali di grande richiamo; grandiosi resti di città antiche (Pompei, Ercolano, Stabia), già in parte sommerse dalle ceneri del Vesuvio e dissepolte negli ultimi secoli, antri misteriosi della Sibilla Cumana,
templi famosi, rovine di terme, di palazzi e di ville litoranee, città già floride nel Medio Evo (Amalfi, Ravello, Sorrento, Benevento, Salerno) e risorte a nuova vita nell’età moderna, borghi medioevali interni (Caserta Vecchia, Capua, Aversa) e Napoli, multiforme città, già greca, romana e bizantina, e poi capitale di ducato e del principale regno d’Italia, ricca di monumenti, di palazzi signorili, di ville e eli chiese, sormontate da cupole, famosa per le sue feste ed il suo folclore, centri religiosi e santuari, assai frequentati (Pompei, Montevergine), palazzi reali (Caserta, Pòrtici, Capodimonte, Napoli), abbazie (Cava dei Tirreni) e certose celebri (Padula) e, infine, centri balneari e di villeggiatura di fama internazionale, dotati di una attrezzatura completa, sono le opere di straordinario interesse che l’Uomo ha inserito nel paesaggio naturale.
La regione tradizionale del turismo è quella intorno al Golfo di Napoli, ma le recenti strade litoranee e di montagna hanno portato alla valorizzazione delle estreme parti della Penisola Sorrentina, della costiera del Cilento, delle spiagge sabbiose ai
margini delle pianure del Volturno e del Sele e, inoltre, del Faito, del Matese, del Taburno, di Montevergine, di Laceno, del Vesuvio, favorendo la creazione di centri montani e balneari in continuo sviluppo.
La Campania dispone di circa 1300 esercizi alberghieri, per oltre metà nella provincia di Napoli, e di circa 38.000 letti (1962), per i tre quarti nella medesima provincia e per un quinto in quella di Salerno. Oltre 1,7 milioni di persone arrivano ogni anno nella nostra regione (media 1961-62); di essi un terzo sono stranieri, i quali vi rimangono più a lungo degli Italiani (2,2 e 2,8 milioni di presenze rispettivamente).
Se si considera la nazionalità dei turisti stranieri, si vede che i più numerosi sono gli Statunitensi, i Tedeschi, gli Inglesi, i Francesi, gli Scandinavi e gli Svizzeri, sebbene il primo posto detenuto dagli Statunitensi sia in relazione soprattutto con la sede della N.A.T.O. a Napoli.
Tra le stazioni di cura, di soggiorno e di turismo, oltre a Napoli che conta più della metà delle presenze, figurano ai primi posti Sorrento, Ischia, Capri, Amalfi e
Positano, che sono i principali centri turistici della Campania e vivono prevalentemente del turismo e delle attività artigianali (ricami, merletti, ceramiche, calzature) e commerciali strettamente legate al movimento dei forestieri. In essi il turismo lascia tracce vistose nel paesaggio con gli edifici alberghieri ed ha riflessi economici e sociali non trascurabili.
Vari altri centri (Lacco Ameno, Forìo, Casamìcciola, Ravello, Sapri) poggiano la loro economia sul turismo e ne ricevono impronte notevoli ; ma il processo di valorizzazione turistica sta interessando tutto il litorale campano, da Mondragone a Sapri, e in modo particolare i cordoni di sbarramento lacustre (Patria), le pinete costiere, le spiagge di Salerno e di Paestum e le più accoglienti insenature della Penisola Sorrentina, del contorno costiero del Golfo Partenopeo e del Cilento. Il turismo contribuisce efficacemente al modellamento zonale del paesaggio.
Lo sviluppo del turismo ha portato alla costruzione di strade panoramiche e litoranee e all’instaurazione di regolari servizi di autobus per le località balneari e di interesse archeologico, di motoscafi per la Grotta Azzurra, di elicotteri e gli aliscafi tra Napoli e le isole, inaugurati rispettivamente nel 1959 e nel i960, per non ricordare quelli di minore importanza, se pur molto utili effettuati con zattere nelle grotte di Pertosa e di Smeraldo e con un ascensore all’esterno di quest’ultima.
Quello campano non è un turismo di massa, per il quale mancano l’attrezzatura e la mentalità adatte. Il turista, infatti, è considerato il ricco, al quale con tutti i mezzi, leciti o illeciti, va sottratto quanto più danaro è possibile, mentre l’albergatore è l’impresario, al quale è concesso di avvalersi di numerose agevolazioni ed incentivi per creare e far prosperare la sua azienda, in cambio di un minimo di servizi pagati a caro prezzo. Eppure è necessario che si verifichi un’evoluzione, almeno in alcuni settori dell’industria turistica, per adeguarsi alla realtà attuale, affinchè il turismo divenga veramente un fattore importante dell’economia campana.