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Le acque freatiche

    Le acque freatiche.

    L’importanza delle acque freatiche è così grande in alcune parti della nostra regione che non si può non farne un breve cenno, perchè ad esse sono rimaste legate per secoli la mirabile capacità di produzione di vaste aree e la distribuzione di particolari colture (ortaggi, alberi da frutta) e di molti insediamenti. Sulle falde dei rilievi, sui ripiani e nelle conche montane non sono mancate le perforazioni per raggiungere lame d’acqua perenni, ma non sempre esse riescono ad alimentare i pozzi per tutto l’anno, specialmente nei terreni arenaceo-argillosi e nelle parti alte dei rilievi permeabili.

    Per soddisfare le proprie esigenze idriche la popolazione di tali zone ha fatto ricorso a sorgenti perenni o ha costruito cisterne adeguate ai bisogni delle singole famiglie o dei singoli nuclei. Sono questi i tipici depositi di acqua piovana della Penisola Sorrentina, delle isole, dei Campi Flegrei e di altre zone, che erano impermeabilizzate con battute di lapillo o con cemento ed avevano grandi dimensioni nei chiostri e nelle grandi case rurali a corte.

    Nelle conche e nelle valli interne, rivestite di materiali alluvionali o tufacei, la falda freatica è più ricca e ad essa attingono pozzi a puleggia, a bilanciere o a noria. La conca di Serino e la Valle Caudina, la valle del Volturno e il Vallo di Diano presentano numerosi pozzi, dai quali si sollevano cospicue quantità di acqua per irrigazione. La zona pedemontana e le ampie conoidi di deiezione, più permeabili e asciutte rispetto alle zone basse e più umide, ne richiamano il maggior numero.

    Nella Penisola Sorrentina i pozzi di acqua sorgiva sono numerosi, ma variano di profondità da un luogo all’altro, a seconda della potenza dei materiali piroclastici, alla base dei quali si trova la falda freatica.

    Vedi Anche:  Il Volturno

    Nei Campi Flegrei e sul Vesuvio l’eccessiva permeabilità dei terreni consente la formazione di una falda acquifera nelle zone più basse e occorrono perforazioni profonde per raggiungerla, ma talvolta i pozzi assumono carattere semiartesiano, perchè la colonna d’acqua rimonta in essi per alcune decine di metri.

    Nella zona alla periferia del Piano Campano e nella pianura circumvesuviana la profondità della falda acquifera varia secondo le stagioni e aumenta a mano a mano che ci si allontana dalle aree più depresse. In queste affiora o resta soltanto a qualche metro dal suolo in inverno e riesce ad alimentare per capillarità le colture anche d’estate.

    Un numero straordinario di pozzi poco profondi, già a noria ed ora a motore, è disseminato nella pianura circumvesuviana e riesce ad irrigarla quasi tutta, consentendovi svariatissime colture ortofrutticole e favorendo la dispersione degli insediamenti.

    Le acque freatiche hanno, quindi, una considerevole importanza antropica ed economica e sono fattori tutt’altro che trascurabili del paesaggio geografico della Campania.