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La differenzazione regionale della campania

    La differenzazione regionale della Campania

    Le regioni geografiche.

    La ripartizione di qualsiasi spazio terrestre in regioni geografiche, cioè in unità minori che abbiano, oltre ad una certa individualità fisica, una tal quale personalità indicata dal loro grado di umanizzazione, raggiunto attraverso la multiforme attività dell’Uomo, non è compito molto agevole. Per le regioni naturali è più facile, quando abbiano natura e forma differenziali rispetto alle altre vicine, sebbene le difficoltà diventino ugualmente notevoli quando di esse si vogliono segnare i limiti precisi.

    Per la Campania, dove l’opera di trasformazione del paesaggio naturale è stata ovunque molto profonda, il tentativo di ripartirla in entità geografiche minori si deve basare necessariamente su molteplici fatti di ordine fisico ed umano. E evidente che la differenziazione in individui fisici, in relazione soprattutto con la natura e con la plastica del terreno, è il presupposto indispensabile per l’ulteriore distinzione o delimitazione delle regioni geografiche, intese nel senso più completo della parola. Su queste brevemente occorre che ci soffermiamo innanzi tutto, rimandando a un momento successivo l’esame delle regioni storiche, tradizionali ed amministrative.

    Nella grande varietà delle formazioni geologiche e nella complessa morfologia delle parti montane e pianeggianti della regione riposa la differenziazione fondamentale del suo territorio in individui spaziali minori, dei quali è piuttosto semplice riconoscere i nuclei, ma talvolta riesce oltremodo difficile fissare i limiti. Infatti le montagne calcaree sono rivestite alla base, e alcune fin sulle ampie spalle,

    La celebre isola di Capri.

    da un mantello di terreni argillosi; gli apparati vulcanici si abbassano dolcemente fino a confondersi con la pianura e questa si solleva insensibilmente da solchi e da conche centrali verso i margini e diventa sempre più permeabile a mano a mano che i terreni argillosi cedono il posto a tufi e ad alluvioni grossolane; l’Appennino Sannita è inciso da numerose valli sui due versanti ed è accompagnato ad oriente e ad occidente da dorsali che si spingono, da un lato, fino al centro della conca di Benevento e s’innalzano a formare, dall’altro, il subappennino della Capitanata.

    Vedi Anche:  Modi di abitare della popolazione

    Fra le regioni meglio definite della Campania sono da annoverare in primo luogo le isole, tra le quali si distinguono Capri per le rupi calcaree, gli scogli e le grotte, per la sella centrale che s’interpone tra i principali monti e degrada verso le due note marine, Ischia per la forma conica dell’Epomeo, alterata da crateri laterali e da cupole di lava, e Pròcida per le ripe costiere e per la mancanza di monti e

    di colline. Derivano l’individualità soprattutto dall’insularità, mentre le forme di economia, turistica, agricola e marinara, la distribuzione e i tipi d’insediamento e l’animazione che regna in tutto il loro territorio, e in particolare nei porti, sulle spiagge e nei centri abitati, contribuiscono a dare ad esse un’ulteriore caratterizzazione.

    Sulla terraferma spiccano gli apparati vulcanici del Roccamonfina, del Vesuvio e dei Campi Flegrei per la forma inconfondibile, per la ricchezza della vegetazione che li ricopre, per la distribuzione della popolazione sulle loro falde. Ad essi si possono segnare dei limiti in base alla distribuzione degli insediamenti e delle colture e alla profondità della falda freatica, piuttosto che in base all’inclinazione dei versanti e alla natura dei terreni, che continuano largamente nelle pianure circostanti.

    del Monte Marzano, l’Alburno, il Cervati, ai quali si potrebbero aggiungere anche il Partenio, la Catena della Maddalena e il Monte Bulgheria. I Lattari, invece, rientrano in un organismo ben più complesso, che è la Penisola Sorrentina, la quale rappresenta una delle meglio individuate regioni geografiche della Campania.

     

     

    Caratteri comuni hanno anche i rilievi calcarei preappenninici, che si differenziano da quelli appenninici per la minore altitudine, per la maggiore frammentarietà e per il richiamo esercitato sugli insediamenti dai loro fertilissimi fondivalle.

    Vedi Anche:  Il Matese

    La dorsale spartiacque dell’Appennino, con i minori rilievi che l’accompagnano, costituisce un’altra regione geografica bene individuata. Si interpone tra il Matese e i Picentini e andrebbe indicata tutta col nome di Appennino Sannita per i suoi caratteri unitari. Comprende i bacini superiori di vari fiumi adriatici e quelli di alcuni tributari del Calore e si differenzia per la natura dei terreni, per la morfologia, per l’idrografia, per le forme di utilizzazione del suolo e, infine, per la distribuzione e la situazione degli insediamenti.

    Nella sezione più meridionale della Campania ha una certa individualità fisica il Cilento, che corrisponde più propriamente ad una regione tradizionale formatasi intorno a un nucleo storico. Esso ha una orografia complicata ed è diviso in due

    parti da un solco longitudinale centrale: una costituita quasi tutta da colline argillose e da estesi banchi di arenarie e di molasse, se si escludono il Bulgherìa, le dorsali di Capaccio e alcuni isolati affioramenti di calcare; l’altra in prevalenza calcarea, che va dall’Alburno alle rupi strapiombanti sul mare tra Sapri e Maratèa. Si distingue poi per i caratteri dell’idrografia torrentizia, in dipendenza dell’impermeabilità dei terreni e della grande intensità delle piogge, che sono concentrate in una stagione piovosa piuttosto breve.

    Entro le dorsali dell’Appennino si possono riconoscere alcune altre regioni geografiche in corrispondenza dei grandi solchi longitudinali. Esse sono la media valle del Volturno, tra il Matese e il Monte Maggiore, il Vallo di Diano, tra la Catena della Maddalena e i massicci calcarei dell’Alburno, del Mòtola e del Cervati, le conche di Benevento e di Avellino, la prima corrispondente alla media valle del Calore con un’appendice verso la valle Caudina, la seconda inserita tra il Partenio, i Picentini, la dorsale spartiacque tra il Sàbato e il Calore e le colline plioceniche a nord di Altavilla Irpina.

    Vedi Anche:  Le sorgenti

    Non si possono non ricordare infine le pianure litoranee, che sono anch’esse regioni geografiche abbastanza ben definite. Le principali sono la Piana del Garigliano, a nord del Màssico, il Piano Campano, tra la cerchia dei monti calcarei e il mare, del quale si può trovare una continuazione, pur con caratteri piuttosto diversi, nella pianura circumvesuviana e sarnese, e infine la Piana del Sele, che si estende da Salerno ad Agròpoli. Nell’ambito di queste pianure è possibile fare ulteriori distinzioni tra la parte alta e quella bassa e a seconda dei tipi d’insediamento, di irrigazione e di economia.

    Abbiamo in tal modo riconosciuto nella Campania venti regioni geografiche principali, di cui quattro vulcaniche, sette in prevalenza montuose, due collinari, tre pianeggianti e quattro di fondovalle o di conca. Su ciascuna di esse ci soffermeremo brevemente più avanti nella descrizione delle varie parti della regione.