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Nome, confini, popolazione ed area della Liguria

    Liguria

    Sguardo d’insieme

    Nome. Confini. Popolazione ed area.

    Il nome Liguria è un nome etnico: deriva da quello dell’antichissima popolazione dei Liguri, delle cui vicende si farà cenno nel corso di questo lavoro; fu dato ancora nell’età classica a una regione molto più vasta dell’attuale, estesa a parte della pianura padana e della zona alpina. La Liguria ristretta entro limiti vicini a quelli attuali, con la funzione di regione legata all’attività marittima, si andò individualizzando nell’alto Medio Evo, particolarmente nel tempo dell’occupazione bizantina; allora pure si incrementò la potenza navale e politica di Genova, che doveva divenire il centro unificatore e propulsore della regione e la capitale della Repubblica che conservò la sua indipendenza fino al 1814. Di tutto questo si farà più ampio cenno nelle pagine dedicate alle vicende storiche.

    I confini della Liguria attuale non coincidono con quelli della Repubblica di Genova, ma se ne discostano in più punti, come può mostrare il confronto della cartina della Repubblica nel 1743 con quella della Liguria attuale. Il confine corrisponde d’altro lato solo in parte alla Liguria marittima, intendendo per questa il versante meridionale delle Alpi e dell’Appennino dal fiume Roia al fiume Magra. La Repubblica di Genova, per dominare più sicuramente le maggiori strade di accesso all’interno, si assicurò per tempo il dominio di alcuni tratti del versante padano, il cosiddetto « oltre giogo », del resto già legato al tempo della « Provincia Marittima » dei Bizantini con la costa ; questa infatti non avrebbe potuto essere difesa dagli assalti saraceni e da quelli dei Longobardi provenienti dall’interno, senza un saldo possesso delle strade, tanto più dove lo spartiacque è molto vicino al mare. Notiamo ancora che il confine della Liguria attuale non coincide neppure esattamente con l’area del dialetto ligure.

    La Liguria in una carta del 1608 stampata ad Anversa.

    Seguiamo ora nei suoi particolari la linea di confine. Dalla costa al Monte Saccarello il confine coincide con quello nazionale, il quale, come è noto, corre nel primo tratto sulla dorsale montuosa che chiude a ovest la bassa valle della Roia, quindi taglia, a monte di Airole, la valle di questo fiume e, passando sulla riva sinistra, corre sulla catena spartiacque che ne divide il bacino da quello dei fiumi Nervia e Argentina, tributari del Mar Ligure. Al Monte Saccarello si inizia il confine ligure-piemontese. Nel primo tratto, pur correndo in complesso vicino allo spartiacque principale tra il versante ligure e quello padano, esso ha un andamento molto irregolare e, mentre include in Liguria la valle del Tanarello e qualche altro piccolo lembo dell’alto bacino del Tanaro, lascia al Piemonte le testate delle valli della Pennavaira col Monte Annetta e della Neva col Colle San Bernardo (bacino della Centa). Dopo aver tagliato il corso della Neva, poco a valle di questo passo, il confine si stacca nettamente dalla linea spartiacque principale, correndo lungo lo spartiacque tra il Tanaro e la Bòrmida di Millesimo, la cui valle rimane assegnata alla Liguria fino oltre a Cengio; qui il confine attraversa il fiume e corre sullo spartiacque tra la Bòrmida di Millesimo e la Bòrmida di Spigno, che è ligure fino a Piana Crixia. Quindi continua con andamento irregolare senza coincidere con nessuna linea naturale, lasciando alla Liguria le testate di vari torrenti affluenti della Bòrmida, tra cui il maggiore è l’Erro, che raggiungerà la Bòrmida in territorio piemontese a valle della confluenza dei due rami di Millesimo e di Spigno. Anche l’alta valle dell’Orba è in territorio ligure e così pure quella della Stura col Passo del Turchino. A oriente di questo, il confine forma un’ampia rientranza verso sud sfiorando lo spartiacque, che è qui a pochi chilometri dal mare; quindi volge nuovamente a nord lasciando alla Liguria tutto l’alto bacino della Scrivia che taglia poco a monte di Arquata: è cosi completamente in Liguria il passaggio dei Giovi, via maestra per l’ingresso dalla costa alla Pianura Padana. Al di là della Scrivia il confine continua verso sudest raggiungendo il Monte Antola e correndo sulla dorsale montuosa che chiude l’alta valle della Scrivia e del suo affluente Vobbia. Dal Monte Àntola raggiunge quindi il Monte Carmo dove si incontrano i confini della Liguria, del Piemonte e dell’Emilia (provincia di Piacenza). Il confine ligure-emiliano dal Monte Carmo si dirige verso sudest toccando i Monti Oramara e Maggiorasca e lasciando alla Liguria gli alti bacini della Trebbia e deirÀveto; quindi scende a sud toccando lo spartiacque principale al Passo del Bocco. Di qui al Monte Gòttero, salvo una piccola deviazione, segue lo spartiacque tra la valle della Vara e quella del Taro. Al Monte Gòttero si incontrano i confini della Liguria, Emilia e Toscana, con la quale (provincia di Massa e Carrara) corre da questo punto il confine ligure. Esso segue dapprima lo spartiacque tra Vara e Magra, ma nell’ultimo tratto diviene quanto mai irregolare includendo in Liguria la bassa valle della Magra, di cui la Repubblica di Genova si era assicurato dopo lunga lotta il dominio. Il torrente Parmignola ne segna l’estremità sud-orientale.

    Vedi Anche:  La costa e le vallate della Ligura occidentale

    Il territorio della Repubblica Ligure e Genova in una carta stampata a Norimberga nel 1743 (oltre al Principato di Oneglia, appartenente ai Savoia, e al Marchesato del Finale, che la Repubblica di Genova riebbe in un definitivo possesso nel 1748, vi sono indicati i numerosi feudi imperiali). In basso veduta prospettica della città di Genova (Milano, Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, Castello Sforzesco).

    Ai confini d’Italia: presso il Ponte di San Luigi; sul fondo Mentone.

    All’altro estremo della Liguria, ai confini con la Toscana: le foci della Magra e la pianura lunense.

    Lo sviluppo costiero della Liguria misura 331 chilometri. La regione ha la forma di un sottile arco, i cui estremi di latitudine sono: a sud 43° 47′ presso il Capo Mortola dal lato occidentale (a oriente invece si spinge solo fino a 44° 3′); a nord 44° 41′ presso la Scrivia quasi al centro dell’arco. Gli estremi di longitudine sono (a occidente dell’Osservatorio di Monte Mario) 4° 58′ al confine con la Francia al Monte Gram-mondo e 2°23′ presso il paese di Ortonovo (provincia di La Spezia; rispetto alle coordinate di Gr. : 7° 30′ e io° 5′ E).

    La Liguria, con i sui 5405 kmq., è al penultimo posto tra le regioni italiane, seguita solo dalla Valle d’Aosta (oltreché dal Territorio di Trieste): la sua estensione è poco più di un quinto di quella del vicino Piemonte e un po’ meno di un quarto in confronto alle altre due regioni confinanti, Emilia e Toscana. Ben diverso è il suo « peso » demografico: al 31 marzo i960 è, coi suoi 1.697.666 abitanti, al 12° posto fra le regioni italiane; è infatti all’avanguardia per la densità di popolazione: seconda dopo la Campania (escluso il Territorio di Trieste), con 314 abitanti per kmq.

    Vedi Anche:  Varietà di passaggi e suddivisioni regionali

    Quando la Liguria entrò a far parte dello Stato italiano era divisa in due sole province, Genova e Porto-Maurizio, a loro volta divise, la prima nei circondari di Albenga, Chiavari, Genova, Levante (detto poi La Spezia) e Savona, la seconda nei circondari di Porto Maurizio e Sanremo. Nel 1922-23 furono istituite le nuove province di La Spezia e Savona e mutato il nome della provincia di Porto Maurizio in quello di Imperia.

    Vi è anche una Provincia ecclesiastica (o Regione Conciliare) ligure con confini più vasti di quelli della Liguria amministrativa; essa fa capo alla Archidiocesi metropolitana di Genova, dalla quale dipendono altre sette diocesi: Ventimiglia, Albenga, Savona, Chiavari, La Spezia o Lunense, Tortona, Bobbio. La Diocesi di Savona conserva anche il titolo di Noli, che le fu unita nel secolo XIX. La Diocesi di La Spezia fu istituita nel 1929, mentre fu trasportata in questa città la sede vescovile di Sarzana o di Luni-Sarzana a cui era stata unita nel 1820 l’antica Diocesi di Brugnato: il titolo ufficiale della nuova Diocesi è di Luni o La Spezia, Sarzana e Brugnato. Solo col passaggio della sede a La Spezia la Diocesi di Luni, che era sempre rimasta immediatamente soggetta alla Santa Sede, divenne suffraganea di Genova, dalla quale dipendeva solo Brugnato (dal 1133). La Diocesi di Chiavari fu istituita nel 1893.

    I confini delle diocesi liguri hanno avuto un recente « ritocco » nel 1959, ritocco che merita di essere ricordato perchè ha portato i confini della Diocesi di Luni a coincidere esattamente con quelli della provincia di La Spezia. Le parrocchie dipendenti dalle diocesi liguri sono 1250.

    Vedi Anche:  Laghi e fiumi